
Winter is coming ma Draghi non ha paura

25 Agosto 2022
Winter is coming, l’inverno arriverà ed è carico di incertezze. La crisi energetica può costare all’Italia due punti e mezzo di Pil. Gli strozzini russi di Gazprom continueranno a ricattare la Germania e l’Europa, anche perché sul breve e medio periodo riducendo le forniture i russi guadagnano di più.
Il prezzo del gas nelle Borse schizza come all’inizio di questa settimana, 300 euro per megawatt ora. Borse e mercati ondeggiano sotto questi colpi, la preoccupazione è che risalgano gli spread e arrivi la recessione. Intanto il sistema produttivo e industriale continua a incassare colpi con il caro energia. Bollette con aumenti stratosferici.
Winter is coming ma al Meeting di Rimini Draghi non ha paura. Dice con chiarezza che l’Europa non può fare passi indietro con Kiev. L’Ucraina è stata “attaccata brutalmente. I governi europei devono rendersi conto che di Putin non c’è da fidarsi, ecco perché bisogna mettere il tetto al prezzo del gas. Tanto le forniture Gazprom può tagliarle quando gli pare. Dobbiamo andare avanti insomma.
“Non possiamo dirci europei se non siamo pronti a difendere la dignità dell’Ucraina e dell’Europa”. Una risposta implicita a chi dice che le sanzioni contro la Russia non servono. Per l’Italia gli stoccaggi sono quasi a posto, la diversificazione dei fornitori continua, bisogna fare i rigassificatori e investire sul mix energetico. Il risultato sarà che nel 2024 saremo indipendenti da Mosca.
Due anni duri, ma la sovranità di un Paese, il nostro, e quella europea si conquistano così in questa guerra che non combattiamo con le armi ma con l’energia. Draghi ha fatto bene a tenere la barra dritta. Circolano troppe fake news sulla Russia che invece sta sbandando. E male.
Putin pensa di diversificare anche lui ma è legato mani a piedi ai compratori europei. Per vendere altrove gli servono gasdotti. Ma la capacità tecnologica e produttiva della Russia sta peggiorando velocemente. Soprattutto i capitali stranieri sono scappati, buttando a mare decenni di avvicinamento alla economia di mercato e quindi di rapporti con i grandi investitori esteri.
L’impatto sul Pil russo può essere devastante. Anche le importazioni sono crollate. L’economia domestica dietro le manifestazioni sfarzose del regime langue e la situazione peggiorerà per molti russi. In tanti, soprattutto tra le competenze, se ne sono già andati.
Winter is coming ma Draghi sa che la guerra non finirà domani. Abbiamo davanti un avversario pericoloso che si sta leccando le ferite e non riesce a chiudere quella che doveva essere solo una “operazione militare”. Non è il momento di abbandonare Kiev o di abbassare la guardia.