Conte, i dati Istat e la verità sul 2020
09 Luglio 2022
Excusatio non petita, accusatio manifesta. Il lungo post con cui Giuseppe Conte spiega che se non ci fosse stato il suo governo durante la pandemia avremmo avuto un milione di nuovi poveri in più sembra proprio un voler mettere le mani avanti rispetto ai dati Istat sul nostro mercato del lavoro.
Istat ci dice che nel 2020 l’Italia ha perso 720mila posti di lavoro, in gran parte lavoro temporaneo e autonomi, 90mila tra chi aveva un contratto a tempo determinato. Quando l’economia è ripartita, l’occupazione è risalita dello 0,6 per cento, un terzo rispetto alla media europea. E siamo rimasti in coda agli altri Paesi europei anche nel 2021. Le persone che vivono in uno stato di assoluta povertà si sono triplicate rispetto al 2005, 5 milioni e mezzo, il 9,4 per cento della popolazione.
Non si capisce quindi su quali basi M5S possa rivendicare la bontà del reddito di cittadinanza o meglio ancora di aver “abolito la povertà”. Visto che la povertà è aumentata e la disoccupazione non è scesa. I provvedimenti presi dai 5 Stelle non hanno aiutato il mondo del lavoro, non hanno aiutato le aziende, non hanno migliorato le politiche attive del lavoro. Ma Conte, continua a minacciare di far cadere il governo se i provvedimenti costosi e fallimentari di 5 Stelle verranno modificati o aboliti. Fantastico.