E alla fine della storia anche Fukuyama torna a Benedetto (e all’economia sociale)

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E alla fine della storia anche Fukuyama torna a Benedetto (e all’economia sociale)

E alla fine della storia anche Fukuyama torna a Benedetto (e all’economia sociale)

19 Maggio 2022

Liberalismo e dottrina sociale della chiesa non sono due mondi separati e incomunicabili. Ce lo ricorda il politologo Francis Fukuyama nel suo ultimo saggio, Liberalism and its Discontents (Profile Books, 2022). Non è una sorpresa, soprattutto in Italia, dove il liberalismo cattolico ha una lunga tradizione. Da Antonio Rosmini, passando per don Luigi Sturzo e Luigi Einaudi, fino al filosofo Dario Antiseri. Nonostante ciò, il liberalismo per due secoli è stato accusato dai suoi detrattori di essere una filosofia individualista, utilitarista, nemica dei più deboli. E quindi inconciliabile con il cattolicesimo, ugualitario e solidale.

Non è così e tutto nasce dall’equivoco (più o meno intenzionale) del concetto di individualismo. Che non significa sopraffazione sul prossimo per difendere i propri interessi, ma rispetto dell’individualità umana. Un tema già evidenziato da Papa i Benedetto XVI a Westminster nel 2010. “La dottrina sociale cattolica, pur formulata in un linguaggio diverso, ha molto in comune con un tale approccio, se si considera la sua fondamentale preoccupazione per la salvaguardia della dignità di ogni singola persona, creata a immagine e somiglianza di Dio, e la sua sottolineatura del dovere delle autorità civili di promuovere il bene comune”.

Fukuyama, noto ai più per il saggio sulla “fine della storia” dopo il crollo dell’Urss, in Liberalism and its Discontents lo dimostra anche dal punto di vista teorico, ripercorrendo dalle origini i principi del liberalismo classico. Una concezione che pone al centro della riflessione l’inviolabilità della coscienza di ogni essere umano, la sacralità della vita, la libertà e la responsabilità di ogni persona. Il rifiuto della perfezione in Terra delle istituzioni politiche è quanto di più vicino ci possa essere al pensiero cattolico. Un argine all’intolleranza, quella sì, snaturamento del messaggio di Cristo.