La politica nell’età dei social, nuova ricerca di Fondazione Magna Carta

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

La politica nell’età dei social, nuova ricerca di Fondazione Magna Carta

La politica nell’età dei social, nuova ricerca di Fondazione Magna Carta

10 Maggio 2024

La politica nell’età dei social media, il nuovo volume pubblicato dalla Fondazione Magna Carta, è una risorsa fondamentale per comprendere le profonde trasformazioni della rappresentanza politica nell’epoca in cui viviamo. Un momento storico caratterizzato da una pervasiva rivoluzione tecnologica e dal fortissimo impatto dell’innovazione digitale.

La nona edizione dell’Osservatorio politico di Magna Carta aggiorna e approfondisce la discussione sul ruolo e l’impatto dei social media nelle dinamiche politiche contemporanee. Tra i diversi aspetti analizzati nel corso della ricerca, il volume della Fondazione esamina in che modo la tecnologia stia modificando le modalità attraverso le quali i cittadini interagiscono con i loro rappresentanti politici. I social media, infatti, offrono piattaforme basate su un tipo di comunicazione e di mobilitazione istantanee, che riducono le barriere alla partecipazione e certamente permettono una più ampia espressione dell’opinione pubblica.

Tuttavia, questo accesso “facilitato” ha avuto una serie di conseguenze come la maggiore polarizzazione del dibattito politico e una più rapida, pervasiva diffusione delle “fake news”, sollevando una serie di preoccupazioni su come i social possono influenzare la formazione dell’opinione pubblica. In particolare, il presidente di Fondazione Magna Carta, Gaetano Quagliariello, analizza nel suo saggio come i social abbiano orientato sempre di più il tradizionale concetto di rappresentanza verso forme di mandato imperativo, alterando le tradizionali dinamiche tra elettori ed eletti.

Se in passato i rappresentanti eletti avevano una certa autonomia decisionale, interpretando la volontà dei loro elettori ma conservando anche la libertà di prendere decisioni politiche autonome e a volte “scomode”, con l’avvento dei social il politico sembra in molti casi quasi “obbligato” a seguire le richieste espresse online dalla base elettorale. L’immediatezza della comunicazione sui social, dunque, può da una parte migliorare la risposta della politica agli input dell’elettorato, dall’altro, aumentare la pressione sui rappresentanti affinché aderiscano più strettamente ai desideri dei propri “fan” e “follower”.

Nella prima sezione della ricerca viene effettuato un confronto tra i tradizionali mezzi di comunicazione di massa e i moderni media digitali. Emilio Pucci, esperto di audiovisivo e fondatore di e-Media, analizza l’evoluzione delle forme di comunicazione pubblica nell’epoca del nuovo modello “neo-editoriale” determinato dal “social web”.

Mario Esposito, professore ordinario di Diritto costituzionale presso l’Università degli Studi di Salerno e docente presso la Luiss “Guido Carli”, mette in guardia dai pericoli per la libertà di espressione presenti nei social media, mentre Emanuele Canegrati, Visiting Researcher presso lo STICERD Centre – London School of Economics e presso il Luxembourg Income Study Office, discute di come Big Tech, tramite dati di profilazione, servizi avanzati e pubblicità online, riesca a realizzare enormi guadagni nell’ambito della economia dell’attenzione.

Nella seconda parte del volume, Raffaele Perna, coordinatore del Comitato Scientifico della Fondazione Magna Carta e consigliere parlamentare della Camera dei deputati, si concentra su come il mondo politico moderato e più in generale tutti coloro che evitano posizioni estreme possano utilizzare argomentazioni razionali sui social media per contrastare le tendenze negative del populismo.

Giuseppe De Mita, avvocato e già parlamentare nella XVII Legislatura, valuta l’impatto delle nuove piattaforme sociali sulle tradizionali famiglie politiche europee, con un’attenzione particolare alla realtà del popolarismo. Infine, Eugenio Mazzarella, professore ordinario di Filosofia teoretica presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II e Deputato al Parlamento nella XVI Legislatura per il Partito Democratico, approfondisce le implicazioni cognitive e comportamentali dell’interazione tra propaganda politica, marketing digitale e uso dell’intelligenza artificiale.

La pubblicazione della Fondazione Magna Carta ha una grande attualità considerando l’impatto che i social e la AI avranno quest’anno nelle svariate elezioni politiche previste in tutto il mondo. Il 2024 è stato descritto dall’Economist come l’anno con il più alto numero di elezioni nella storia; quasi 4 miliardi di persone voteranno in 76 nazioni. Le elezioni europee saranno un banco di prova tra la “maggioranza Ursula” che ha governato il Vecchio continente e le destre identitarie che avanzano.

Donald Trump potrebbe riconquistare la presidenza degli Stati Uniti, mentre elezioni significative si sono tenute in Russia con la vittoria di Putin e si stanno svolgendo nel colosso asiatico indiano. Oggi più che mai, le nuove tecnologie digitali svolgono un ruolo cruciale nel determinare i risultati elettorali, con l’incognita rappresentata dalla AI. “Le fake news automatizzate, il trolling organizzato su vasta scala, le manipolazioni dell’identità generate grazie ai deepfakes e alla clonazione vocale” si legge nella introduzione del volume, “mettono a repentaglio la trasparenza dei meccanismi elettorali e della vita democratica di tanti paesi”.