I moderati come le stelle di Cronin, negli Usa e in Europa stanno a guardare
16 Gennaio 2024
E le stelle stanno a guardare, The Stars Look Down, è il titolo di un romanzo di Archibald Joseph Cronin pubblicato per la prima volta nel 1935. Il romanzo ebbe un grande successo in Italia alla fine degli anni Sessanta, con le riduzioni televisive dei romanzi di Cronin. “Le stelle stanno a guardare” è diventato anche un modo di dire: le stelle, lassù in cielo, stanno a guardare algide cosa accade, qui giù, nel mondo, come se si trattasse di uno spettacolo che non le riguarda.
Le stelle di Cronin, scrive oggi il presidente della Fondazione Magna Carta, Gaetano Quagliariello, sulla Gazzetta del Mezzogiorno, somigliano alle forze politiche di centro, moderate, liberali e riformiste che in Italia “stanno a guardare” cosa avviene nella realtà politica circostante, in attesa delle elezioni europee. Un ragionamento che, aggiungiamo noi, si può estendere un po’ a tutto l’Occidente.
Trump vince i Caucus conservatori nello Iowa
Ieri Donald Trump ha vinto con il 53% dei voti i caucus conservatori nello Iowa, i tradizionali incontri elettorali in cui i cittadini ascoltano i rappresentanti dei candidati che si contendono la nomination del Partito Repubblicano. I caucus dell’Iowa sono particolarmente importanti perché considerati uno dei laboratori della politica americana.
Ebbene, l’ex ambasciatrice all’Onu Nikki Haley, considerata l’alternativa più moderata al Don (era comunque nel team Trump), una figura politica che sembra convincere liberali e anti-complottisti, si è classificata terza ai caucus con il 19%.
Negli Usa da tempo c’è una tendenza alla radicalizzazione del discorso politico che coincide con il venir meno del centro moderato. Le mediazioni scompaiono e le posizioni si estremizzano da una parte e dall’altra.
Negli Usa, le stelle di Cronin stanno a guardare.
Identità e Democrazia avanza nei sondaggi
Secondo Eurobarometro, i cittadini europei guardano con crescente curiosità alle elezioni del 2024. Circa il 60 per cento del campione intervistato si dice favorevole al progetto della Unione. Eppure nei sondaggi c’è un’impennata di consensi per i partiti euroscettici di estrema destra.
La vittoria del Partito per la libertà di Geert Wilders in Olanda a novembre è stato l’ultimo segnale di in trend che va avanti da anni, con le forze euroscettiche di destra che hanno vinto in diversi Paesi come Italia, Finlandia e Svezia.
Identità e Democrazia (Id), il raggruppamento del Parlamento europeo in cui confluiscono la Lega, il Rassemblement National e Alternative für Deutschland, potrebbe ottenere fino a 11 seggi in più nel voto di giugno secondo i sondaggi.
È la spinta impressa alle forze sovraniste da Marine Le Pen, la leader politica francese che, nonostante le vicende giudiziarie che la coinvolgono (proprio su una accusa di frode legata ai fondi europei), fa avanzare i populisti sorpassando i liberali.
Anche in Europa, le stelle di Cronin stanno a guardare.
Il “bipolarismo polarizzatore” di Meloni e Schlein
In Italia, grazie a una legislazione elettorale europea che lascia parecchi dubbi, le consultazioni per la Ue “rappresentano l’occasione nella quale un perfetto proporzionalismo consente ai partiti di affermarsi con nettezza liberi da vincoli di coalizione. E la ricerca delle preferenze in contesti così ampi sganciati dal dato territoriale le rendono ‘terreno d’elezione’ per la affermazione e il consolidamento delle leadership”, scrive Quagliariello.
Giorgia Meloni ed Elly Schlein, al di là del dibattito sulla opportunità o meno delle due leader di candidarsi alle Europee, potrebbero sfruttare il prossimo voto per gettare le basi di “un bipolarismo fortemente polarizzatore – centrifugo e non tendente al centro, come vorrebbe il fisiologico andamento dei sistemi politici – nel quale le opinioni radicali conteranno molto di più di quelle moderate”.
“Questa a me pare la vera posta in gioco: quella per la quale le elezioni europee potrebbero condizionare i successivi orientamenti del quadro politico. Quasi inutile aggiungere, in conclusione, che tutto ciò avviene mentre le forze centrali si dividono ulteriormente e come le stelle di Cronin stanno sostanzialmente a guardare”, conclude il presidente di FMC.
Liberali e moderati, che fare?
Insomma, le presidenziali Usa e le elezioni europee rischiano di essere due momenti critici in cui il populismo potrebbe riemergere con forza. Possiamo elencare una serie di argomenti razionali per arginare il sovranismo e dire, per esempio, che in democrazia non si rovesciano i risultati elettorali assaltando il Congresso. Ma perlomeno nel caso europeo quella che sembra mancare è un’idea di Unione che abbia un cuore e un’anima e che non pensi solo a come normare le lampade a Led.
Bisognerebbe impegnarsi di più in una riforma complessiva delle istituzioni europee, colmando il divario che esiste tra la pur importante integrazione economica e la fondamentale, se si crede nell’Europa, integrazione politica. Solo così i cittadini dei Paesi europei, invece di tornare al passato, potranno affrontare le complesse sfide del presente e del futuro.
Che faranno le forze liberali e popolari nel mondo occidentale? Conviene darsi da fare. Il rischio è di fare la fine del protagonista del romanzo di Cronin, che si impegna nella lotta politica, dalle miniere passa in parlamento come deputato, ma risospinto dalla forza brutale di una società che non cambia torna a inabissarsi, sotto la luce indifferente delle stelle.