Matteo Renzi e l’arte della guerra (politica) di Sun Tzu

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Matteo Renzi e l’arte della guerra (politica) di Sun Tzu

Matteo Renzi e l’arte della guerra (politica) di Sun Tzu

11 Settembre 2022

Il politico che meglio sembra aver letto, e capito,  gli insegnamenti del trattato sulla guerra del maestro cinese Sun Tzu (circa 600 a.C.) è indubbiamente il Senatore Matteo Renzi.

Esempio paradigmatico della sua strategia politica vincente risulta la nascita e l’addio del Governo Draghi da lui condotta impeccabilmente, tatticamente e strategicamente pur essendo inferiore alle forze politiche contrapposte “per uomini e mezzi”.

Risulta quindi interessante cercare di capire, e di analizzare, la campagna politica del Senatore Matteo Renzi per cercare di coglierne indizi non tanto di tattica quanto di orizzonte strategico.

L’alleanza con Calenda tatticamente è servita sia per acquisire “massa critica elettorale” sia per superare le Forche Caudine della soglia di sbarramento.

Non deve far illudere la collocazione apparentemente statica in declinazione centrista del suo movimento politico cosiddetto “terzo polo”.

Mentre a sinistra apparentemente il competitor viene individuato nel PD, a destra il competitor del movimento Renzi-Calenda appare più sfumato.

Si sarebbe portati a pensare,  in forma naturale, alla Meloni Presidente di Fratelli d’Italia.

Ma non è così.

Il Senatore di Rignano è un uomo astuto comprende benissimo che l’attuale “trend” elettorale rende l’attacco alla Meloni inutile se non dannoso.

Del pari, ma per motivi diversi, appare l’attacco a Forza Italia in quanto gran parte della medesima, secondo il pensiero del Senatore, sarà destinata parte a confluire nella Lega e, in maggior parte, nel terzo polo in una dimensione esclusivamente temporale: acquisizione ritenuta “certus an incertus quando”. Con un quando, nei pensieri del Senatore, non troppo lontano come orizzonte temporale.

Rimane la Lega a trazione salviniana di cui il Senatore di Rignano “fiuta” la debolezza di reparto.

Debolezza di numeri in costante calo ed in corso di superamento da parte degli antichi alleati del Movimento 5 Stelle.

Debolezza di leadership in quanto le posizioni salviniane in tema di guerra in Ucraina, sanzioni, immigrazione, fiscalità e rapporti con le istituzioni europee non sembrano in questo momento far considerare Matteo Salvini leader “affidabile” a livello euro-atlantico.

Debolezza di rapporti essendo nota l’ostilità “istituzionale” ad un Matteo Salvini quale Ministro dell’Interno o ad altro Ministero “di peso” sotto il profilo della non sua ritenuta capacità di sintesi e mediazione sociale.

Naturalmente il Senatore di Rignano se la ride pensando alla massima di Sun Tzu secondo la quale “tutti possono vedere le mie tattiche…nessuno può vedere la mia strategia”.

Ma indizi ne lascia. Basta coglierli.

L’affermazione apparentemente paradossale di Carlo Calenda per la quale il terzo polo potrebbe “governare” con una Meloni Presidente del Consiglio è sembrata una gaffe, una iperbole da  trance agonistica elettorale.

E se non fosse così?

E se il terzo polo stesse fiutando una Lega in teoria in calo di consensi (magari superata dai 5 Stelle) con un terzo polo con l’affermazione pari o superiore a quella di Forza Italia e di poco inferiore alla Lega? Ma con un programma elettorale fatto di idee e di uomini integrati alla perfezione con le strutture burocratiche europee ed atlantiche?

Certo si aprirebbero scenari interessanti e densi di opportunità.

E’ evidente che il governo che verrà sarà un governo che dovrà essere rigoroso nei conti, rigoroso e leale nei rapporti con l’Europa, rigoroso e leale (e senza devianze) con l’Alleanza Atlantica e con la NATO.

Con pochi margini per potersi permettere membri di governo pronti al “controcanto” per riconquistare uno spazio ed un consenso politico che magari le urne non hanno dato in senso soddisfacente.

Il tempo di esponenti del governo o di ministri “di lotta e di governo” sembra finito, se si è di lotta si passa all’opposizione e non è detto che chi passa all’opposizione non possa essere sostituito da altri non necessariamente facenti parte del perimetro di governo.

Le tattiche parlamentari sono tante quante le opportunità.

E le opportunità, come dice Sun Tzu “si moltiplicano mentre vengono colte”.