
Scholz fuori di sé, vuole vendere i porto di Amburgo ai cinesi

22 Ottobre 2022
La leadership di Olaf Scholz subisce un altro colpo. L’ultima decisione contestata al cancelliere socialdemocratico è la conferma della cessione del 35% del porto di Amburgo a Cosco, una società cinese. Dalla Commissione Europea filtra nervosismo per l’eventuale cessione del secondo porto del Paese. I sei ministri competenti per ora tacciono, ma certamente non per acconsentire.
Così, mentre i liberali di FDP e i Verdi fanno le barricate insieme al centrodestra di opposizione, CDU e CSU, Scholz vuol chiudere tutto in fretta e furia. Perché? Ha in programma un viaggio in Cina tra meno di due settimane. In tale occasione, vorrebbe presentarsi da Xi Jinping, fresco di Congresso del Partito Comunista Cinese, con il porto in dono.
Coalizione semaforo, Verdi e Liberali all’attacco di Scholz
Dopo le recenti modifiche apportate alle leggi inerenti alle aziende strategiche proprio al fine di rimbalzare gli assalti cinesi all’industria tedesca, Habeck, il ministro dell’Economia, può mettere il veto sull’operazione. Ricada Lang, co-presidente del partito dei Verdi, Ricada Lang, ha affermato di “non capire il motivo per cui Scholz è pronto a consentire l’ingresso cinese nella proprietà del porto storico e strategico”. Pure Annalena Baerbock, ministra degli Esteri ed ex leader dei Verdi, è molto fredda nei confronti dell’accordo coi cinesi.
Anche dai liberali le bastonate non mancano. Marie-Agnes Strack-Zimmermann, responsabile della Difesa di FDP, ha scritto un tweet durissimo. “Cosa deve accadere nel mondo perché la Germania smetta di inchinarsi ai nemici del mondo libero e democratico? Vendere infrastrutture critiche alla Cina è un errore clamoroso. Chi consiglia il cancelliere?”. Parole che non lasciano spazio all’immaginazione e fanno il paio con quelle di Bijan Djir-Sarai. “Il Partito comunista cinese non deve avere accesso alle infrastrutture essenziali del nostro Paese – ha dichiarato ai microfoni di Dpa il segretario dei liberali -, sarebbe un errore e un rischio”.
Dopo nemmeno un anno, la coalizione semaforo si è di nuovo divisa su un passaggio fondamentale del governo. Chissà se queste scosse telluriche porranno fine a questo tentativo di coalizione che, per ora, non ha certamente brillato.