Staino (Assovalori): “Nella Silver economy il contante dà più sicurezza”

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Staino (Assovalori): “Nella Silver economy il contante dà più sicurezza”

Staino (Assovalori): “Nella Silver economy il contante dà più sicurezza”

31 Luglio 2022

Un recente studio dell’Osservatorio Silver Economy Censis-TenderCapital 2022 ha approfondito i comportamenti della popolazione italiana più anziana tra pandemia, guerra e inflazione. Scoprendo tra le altre cose quanto è importante il denaro contante per le persone più avanti negli anni. Ne parliamo con Antonio Staino, presidente di Assovalori, la associazione che riunisce le aziende del trasporto valori in Italia.

Presidente Staino, più della metà degli anziani nel nostro Paese vuole tenersi i contanti invece di investire. Che giudizio ne dà?

In una congiuntura nazionale e internazionale di grande incertezza come quella che stiamo attraversando mi sembra tutto sommato un comportamento comprensibile. Il denaro contante dà più sicurezza alle persone anziane.

Può spiegarsi meglio?

C’è un valore psicologico del denaro contante. È lì, a portata di mano, pronto per qualsiasi evenienza. Una qualità per gli anziani. Credo sia anche il motivo per cui si tende a conservarlo nonostante l’aumento dell’inflazione. Del resto il contante rappresenta la riserva di valore per eccellenza.

Si può dire che gli anziani lo preferiscono ancora come mezzo di pagamento?

Negli ultimi 10 anni il numero degli over sessanta in Italia è aumentato considerevolmente. Nel nostro Paese vivono 4 milioni e mezzo di ottantenni. Quindi la risposta alla sua domanda è sì, prevalentemente sì, gli anziani usano di più il cash come mezzo di pagamento. I dati della Banca Centrale Europea del resto sono molto chiari su questo punto: il denaro contante è lo strumento di pagamento dominante nell’eurozona. La maggioranza dei nostri pagamenti quotidiani avviene usando banconote o monete.

Qual è la causa di questa predilezione?

Molte persone anziane cercano un contatto ‘fisico’ con la pubblica amministrazione. Escono di casa per andare a prendere la pensione alle Poste, in farmacia o nel negozio di prossimità. Questa è una prima ragione per cui tendono a usare il cash. La seconda è che nel nostro Paese non si è investito abbastanza per colmare il gap generazionale aperto dal digital divide. Non tutti gli anziani sono così ‘smart’ da pagare con carte e telefonini…

Eppure il decisore pubblico impone tetti al contante e multe ai commercianti che non usano il Pos.

Con Assovalori abbiamo più volte preso posizione su questi provvedimenti, spiegando perché, per diverse ragioni, li consideriamo sbagliati. Nel caso specifico, visto che parliamo delle persone più avanti negli anni, gli effetti distorsivi di queste norme appaiono più evidenti. Si alimentano le diseguaglianze invece di favorire l’inclusione sociale.

In che senso? Limitare l’uso del cash è moralmente sbagliato?

Guardi, non faccio il sociologo. Mi limito a constatare che la Costituzione repubblicana stabilisce l’eguaglianza formale e sostanziale tra tutti i cittadini. Lo Stato non può mettere degli ostacoli che impediscono a un gruppo sociale di partecipare pienamente alla vita economica della nostra democrazia. Cosa che invece avviene regolarmente da anni con l’insensata campagna di demonizzazione del contante che abbiamo più volte denunciato e che intendiamo contrastare. Il principio della libertà di scelta va tutelato sempre, anche per gli strumenti di pagamento.

Cosa andrebbe fatto allora?

Gliela faccio io una domanda: perché la politica e le istituzioni non investono di più nei servizi alle famiglie e alla persona? Gli anziani possono essere affiancati, formati, si può cercare di includerli meglio nella trasformazione digitale che stiamo vivendo. E mi lasci dire anche un’altra cosa…

Prego.

Anche il nostro sistema bancario dovrebbe mostrare una maggiore sensibilità verso gli anziani. Gli sportelli automatici per ritirare i contanti, i Bancomat insomma, si sono ridotti di 280mila unità nell’area euro. Non mi sembra un grande favore fatto alle persone con i capelli bianchi che desiderano servizi di prossimità.

Vede anche un problema di sicurezza?

Il numero delle truffe online sta aumentando. Purtroppo chi finisce nella rete dei manipolatori è spesso una persona anziana. La Banca d’Italia registra centinaia di casi all’anno di raggiri e truffe informatiche, per email e per sms. Smishing, vishing, phishing ormai le definizioni si sprecano…

Queste truffe come funzionano?

Ce ne sono tante, facciamo un esempio. Ti arriva un’email sul pc in un ambiente informatico che sembra familiare. Ti chiedono di aprire un link, magari con la scusa di verificare le credenziali di un account. Il link apre siti falsi ma del tutto simili a quelli veri, comprese le grandi piattaforme dei social media. Se il malcapitato inserisce i propri dati, il rischio è di perdere il controllo delle proprie applicazioni bancarie. Tutto questo è inaccettabile.

Insomma luci e ombre della digitalizzazione della moneta…

L’Italia è arrivata più tardi di altri Paesi alla trasformazione digitale. Ecco perché avremmo dovuto investire di più sull’educazione finanziaria e nella sicurezza digitale dei cittadini. Invece il decisore pubblico si è ingegnato soprattutto nello stabilire norme che scoraggiassero l’uso del contante, per favorire la diffusione della moneta di plastica e digitale.

Con quale risultato?

Personalmente credo che imporre dall’alto un cambiamento direi antropologico dei comportamenti sociali, come il passaggio dal denaro contante al digitale, non può funzionare. Certo, la pandemia ha favorito la diffusione dei pagamenti digitali, ma ancora oggi, nei negozi, nel commercio al dettaglio, il contante è il pagamento più utilizzato.

Qualche numero?

Le cito uno studio dell’Osservatorio Visa realizzato di recente con Ipsos. Il 60 per cento degli italiani dice di non sentirsi pronto ad abbandonare completamente il contante e porta sempre con sé del cash per ogni emergenza. Non parlo solo di anziani, ma anche dei baby boomers e della generazione Z…