"Molti membri del Congresso, di entrambi i partiti, che negli ultimi mesi hanno visitato la Siria hanno affermato di ritenerlo un riformatore" (Hillary Clinton su Bashar al-Assad, 27 marzo). Sono poche le cose dette da questa amministrazione nei suoi due anni che possano competere con questa per fallimento morale e incomprensibilità strategica. (Washington Post)
Si va in guerra con il presidente che c’è. Questo non è quello che noi conservatori preferiremmo. Abbiamo buone possibilità di mandarlo via nel 2012, e su questo punto dovremo continuare a lavorare. Ma prima, mandiamo via Gheddafi e aiutiamo l’Egitto, la Tunisia, il Bahrein, lo Yemen e chissà chi altri, anche a dispetto del nostro riluttante presidente. Facciamo pressioni sulla Casa Bianca, perché si schieri dalla parte di chi, in Siria e in Iran, si oppone al regime. (The Weekly Standard)
Sarebbe una conclusione sbagliata che l’unica forma di appoggio che l’America possa dare alle rivoluzioni buone sia quella militare. Dopotutto, non fu una no-fly zone ad aiutare i rivoluzionari dell’Europa centrale e dell’est nel 1989 a rovesciare i loro tiranni. L’appoggio che fornimmo loro non fu militare. Fu morale. (Newsweek)
I recenti eventi del Cairo mi hanno richiamato alla mente una mia personale esperienza di qualche tempo fa, quando i bravacci del governo mi hanno picchiato e arrestato per aver partecipato a una manifestazione. Ci arrestarono a migliaia, poi, nei posti di polizia, cominciarono con le torture. Qualcuno, più tardi, morì per le percosse; altri andarono a cercare asilo politico in Europa. Non è accaduto in Egitto, Bahrein, Yemen o Libia. E’ accaduto in Azerbaijan. (News & Observer)
Che l’Occidente faccia tutto quello che può per porre fine al bagno di sangue e aiutare la Libia in una troppo a lungo rimandata transizione verso la democrazia, ovviamente è cosa assai importante per quei libici che proprio adesso stanno combattendo per il cambiamento. Ma i nostri governanti dovrebbero tenere a mente che non sarà solo Gheddafi a seguire molto attentamente quella che sarà la risposta occidentale alla crisi. (The Telegraph)