"Due diverse e opposte visioni del Risorgimento, due diversi concetti di nazione che potremmo chiamare la nazione di Mazzini e la nazione di Cavour". Con queste parole – pronunciate il 6 novembre scorso alla "Lettura Annuale" della fondazione Magna Carta – lo storico Roberto Vivarelli sintetizzava la sua lezione magistrale dedicata ai 150 anni dell’Unità d’Italia. Un documento prezioso che andrebbe letto con estrema passione ed altrettanta cura.
“Il 1861 segna il tramonto dell’Ancien Régime e gli italiani da sudditi diventano cittadini”, esordisce lo storico Roberto Vivarelli parlando del 150ennale dell’Unità d’Italia alla Lettura Annuale della fondazione Magna Carta (ieri a Roma, nella cornice del Tempio di Adriano). Ma cos’abbiamo imparato in 150 anni? (Tratto da Il Tempo)
Carlo Cattaneo e Giuseppe Mazzini hanno inaugurato domenica scorsa il primo dei tre appuntamenti con la storia de “Gli incontri del Melograno”, organizzati dalla Fondazione Magna Carta. In un dialogo immaginario in cui il padre dell’Unità d’Italia e quello del federalismo sono stati interpretati, rispettivamente, da Giovanni Belardelli, docente di Storia delle dottrine politiche all’Università di Perugia e da Giovanni Orsina, docente di Storia contemporanea alla Luiss di Roma.