I presunti agenti russi arrestati negli Usa avevano il compito di farsi strada nell’alta società americana, non solo per carpire informazioni, ma anche per influenzarla ideologicamente dall’interno. Anche loro erano uno strumento di “soft power”, a cui sia Putin che Medvedev stanno dedicando sempre maggiori risorse, come sottolinea l’ultima edizione del Russian Analytical Digest, paper periodico sulle tematiche dell’Est europeo prodotto dalle università di Brema e Zurigo.
Gli americani hanno interpretato la firma dello Start2 come “un passo avanti enorme verso la denuclearizzazione del mondo”, come ha scritto Hillary Clinton sul Guardian. Ma i russi l’avranno intesa nello stesso modo? Uno studio della Heritage Foundation ci spiega qual è il sentimento predominante nell’opinione pubblica russa, oltre che nell’elite al potere, in materia di politica estera.