Nel secondo capitolo della Genesi si legge: “Allora il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di bestie selvatiche e tutti gli uccelli del cielo e li condusse all’uomo, per vedere come li avrebbe chiamati: in qualunque modo l’uomo avesse chiamato ognuno degli esseri viventi, quello doveva essere il suo nome”. Bei tempi. Tempi di chiarezza e di certezze. Ognuno aveva il suo nome e non c’era bisogno né di sinonimi né di contrari. Oggi, invece, stiamo perdendo la capacità di dare il nome giusto alle cose giuste in tutti i campi, anche in Geopolitica. (Giornale di Bioetica)