In risposta ai primi commenti
Più imposte mentendo sul deficit, meno sgravi per colpa della poca crescita.
A Jacopo faccio notare che secondo la relazione trimestrale di cassa appena presentata dal ministro Padoa-Schioppa, il totale delle entrate pubbliche sul Pil ha raggiunto il 46,5% nel 2006, e se ne prevede un incremento ulteriore nel 2007, ma contenuto in un solo decimale di punto ulteriore: accetto scommesse, sul fatto che l’aumento sarà di un multiplo molte volte superiore al previsto, vista la batteria di aggravi fiscali e contributivi disposta in finanziaria. Per avere un’idea delle serie storiche e di come sinistra e destra hanno in questo pesato, ricordo che il massimo venne raggiunto con la sinistra nel 1997, quando le entrate assommarono al 48% del Pil. Negli anni del governo Berlusconi, le entrate sono scese dal 2002 al 2005 al 44,4-44,5% del Pil. La differenza si apprezza da sola: e poichè sono le aliquote marginali e medie ad esercitare un effetto sulle scelte degli operatori economici e non viceversa, è evidente che la scelta di diminuire la pressione fiscale ha avuto essa il merito preminente di non aggravare la stasi della crescita italiana prima – dopo il 2001 – poi – dal 2005 – di sostenere e rafforzare le basi di ripresa della crescita stessa. E infine di ampliare il gettito quando la ripresa è divenuta, appunto, di nuovo vicina al 2% come nel 2006.