I gravi scontri interetnici che hanno insanguinato il sud del Kirghizistan all’inizio di giugno hanno fatto rivivere alla popolazione locale un dramma di esattamente venti anni prima: come allora, la città di Osh è stata teatro di violentissimi incidenti tra kirghizi ed uzbeki. (AffarInternazionali)
Cosa fai quando scoppia un violento conflitto etnico su vasta scala in un paese dove possiedi una base militare chiave, ma il cui governo locale non può far nulla per fermare le violenze? Quando quel paese si trova in una regione in cui hai speso ore e ore in sforzi diplomatici e centinaia di milioni di euro in un periodo di oltre 18 anni, rivendicando un posto di massima influenza al tavolo delle trattative? Quando vengono ad intrecciarsi questioni come il petrolio, i Talebani, ed il traffico nucleare e di stupefacenti? Chiami i Russi. (Foreign Policy)
La centralità nei traffici commerciali intercontinentali e la ricchezza di risorse naturali hanno fatto del Kazakistan un terreno di crescente competizione tra Russia, Cina ed Unione Europea. La determinazione del governo di Pechino ad accrescere la sua influenza in Asia centrale e il progressivo arretramento della Russia stanno mettendo a dura prova le prospettive strategiche dell’Ue nella regione. (AffarInternazionali)
La settimana scorsa il regime kirghizo è stato spazzato via in un giorno. La velocità del collasso ha fatto pensare ad un zampino straniero, con la Russia come principale sospetto, ma la spiegazione è molto più semplice. È la gente comune che ha portato avanti questa ribellione il Presidente Bakiev e la sua onnipotente famiglia. (Corriere della Sera)