Cultura

Salviamo i cristiani dalla “civiltà” occidentale

Oggi siamo al punto di svolta. Aderire all’appello di Magdi Allam per la difesa dei cristiani è certamente un passo civile, che io personalmente farò (a proposito, per aderire, basta scrivere all’indirizzo e-mail [email protected]). Ma non basta. E’ necessario presidiare militarmente i territori in cui il cristianesimo viene ferocemente attaccato: in Iraq e in Sudan sono vere e proprie carneficine, l’Onu, anti-cattolico fino al midollo, ha miseramente fallito, ci vogliono gli Stati dell’Europa di Sarkozy e della Merkel. Questo asse politico-militare deve fare la sua parte. Perché sull’Europa degli burocrati non si può fare affidamento, ovvio. La difesa armata dei territori nei quali i cristiani, soprattutto cattolici, vengono massacrati, deportati o costretti a convertirsi all’Islam, se no gli fanno la pelle, è un momento strategico di difesa dell’Occidente. E, insieme, una ripresa decisa dell’identità cristiana e occidentale. Le armi servono anche a ristabilire la giustizia e la libertà religiosa, là dove esse vengano gravemente vulnerate. Ingerenza filo-identitaria. C’è l’ingerenza umanitaria, bene, questa è sia un’ingenerenza umanitaria che un’ingerenza filo-identitaria. L’Europa si percepisce come colpa. L’Occidente si sente colpevole di ogni male dell’umanità, si straccia le vesti e gonfia di dollari e di euro tutti gli intellettuali capaci di minarne ancor più gravemente il senso identitario. Blair è riuscito addirittura ad arruolare Tariq Ramadan, il nipote del fondatore del pericoloso gruppo islamico fondamentalista dei Fratelli Islamici, in una commissione per l’integrazione. Come a dire: vi paghiamo, purché non ci tocchiate il life style neoborghese e decadente. I neocon avevano ben compreso questa deriva nichilista in Occidente. Tutte le religioni sono da combattere, tranne l’Islam, quella che si è insediata con tanto di kamikaze made in Europe e di figli di immigrati di terza generazione, con professioni consolidate e integrazione a prova di bomba. Bomba contro di noi, naturalmente. Ma la radice di questo devastante fenomeno di auto-dissoluzione dell’Occidente con la pressione esogena dell’attacco islamico, un caso storico più unico che raro, riposa nella disgregazione violenta del fondamento oggettivo e storico della costruzione dell’Occidente, la Chiesa cattolica


Antonio Rosmini, storia di un cattolico liberale

La recente promulgazione da parte del Pontefice Benedetto XVI del decreto con il quale viene attribuito un miracolo all’intercessione di Antonio Rosmini rappresenta un passo decisivo sulla via della beatificazione di questo grande protagonista della cultura cattolica e della storia della Chiesa. E ciò assume un significato del tutto particolare se pensiamo alle non poche sofferenze patite dal Rosmini stesso e dai suoi figli spirituali (come è noto, egli fondò l’Istituto della Carità, una famiglia religiosa ancora oggi assai attiva nel riproporre il carisma del Padre) a motivo delle critiche e delle condanne in cui incorsero alcune dottrine rosminiane.

Antonio Rosmini Serbati nacque a Rovereto nel 1797 e morì a Stresa nel 1855. Uomo di profondissima spiritualità e di grande cultura, ammirato da personalità del calibro di Manzoni e Gioberti, prete dal 1821, incoraggiato da vari papi a far fruttare i suoi straordinari talenti intellettuali, Rosmini scrisse numerose opere che costituiscono un patrimonio fra i più ricchi della moderna filosofia di ispirazione cattolica. Egli fu pure un protagonista del nostro risorgimento: considerato un cattolico liberale, si sa che nel 1848 Pio IX lo avrebbe voluto cardinale segretario di Stato. La principale preoccupazione che mosse Rosmini fu di carattere apologetico. Egli riteneva infatti che la filosofia moderna avesse arrecato danni assai gravi alla verità cattolica, in quanto portatrice di un soggettivismo inconciliabile con la più genuina tradizione cristiana. Il pensatore roveretano individuò allora nell’idea dell’essere il fondamento di ogni conoscenza umana e considerò tale idea innata e presente nell’uomo per volere di Dio.